GIULIO CESARE (ep. 9)

TU QUOQUE, BRUTE, FILI MI E ALLORA CADI CESARE…….
Anche tu, Bruto, figlio mio

Con queste parole famose Cesare rifiuta di sopravvivere ad un tale tradimento da parte della persona più cara.

Questo il dramma: l’umanità e le sue innumerevoli debolezze, senza miti o eroi.

Tutto si svolge a Roma per terminare a Filippi.

Cesare dopo aver sottovalutato l’avvertimento di un Indovino e e le premonizione di sua moglie Calpurnia, viene assassinato durante una riunione in Senato.

L’Indovino aveva detto a Cesare di guardarsi dalle Idi di marzo, lui lo ignora, e viene ucciso proprio in quel giorno.

Bruto , amato da Cesare come un figlio, si riunisce ai congiurati , e partecipa lui stesso alle crudeli pugnalate inferte a Cesare per un cambiamento politico a Roma.

Marc’Antonio , anch’egli amico di Cesare, invece muove a quel punto l’opinione pubblica contro gli assassini di Cesare.

Celebre è il suo discorso : “AMICI , ROMANI, CONCITTADINI, PRESTATEMI ORECCHIO….”

Lo spettro di Cesare appare successivamente a Bruto annunciandogli la sua prossima sconfitta :

“ CI VEDREMO A FILIPPI…..”

Marc’Antonio e Ottaviano si schierano in guerra contro Bruto e Cassio, e le parole dello spettro di Cesare si avverano, poiché Bruto verrà sconfitto e morirà.

Il Giulio Cesare è una tragedia di William Shakespeare scritta nel 1559.

I diritti di questa esposizione sono riservati.

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